CasaPalatino, preghiera e fraternità per giovani al centro di Roma (foto)
Il 19 febbraio u.s. L'Osservatore Romano ha pubblicato il seguente articolo dedicato a "CasaPalatino", una delle iniziative di punta della Pastorale giovanile e vocazionale dei Frati Minori di Roma. L'evento di preghiera e fraternità è aperto a tutti i giovani interessati e si tiene nella chiesa di San Bonaventura al Palatino, nei pressi del Colosseo, ogni venerdi alle 19.
«Benvenuti a casa Palatino!»: è questo il semplice saluto che fra Francesco Di Pede, responsabile della pastorale giovanile dei frati minori di Lazio - Abruzzo a Roma, rivolge ai tanti giovani che giungono in questo piccolo Tabor nel cuore della capitale. Fra Francesco racconta che «l’iniziativa casa Palatino è nata nell’ottobre 2020, proprio in pieno periodo Covid, con un appuntamento settimanale, ogni venerdì alle ore 19:00, rivolto ai ragazzi nella fascia d’età tra i 18 ed i 35 anni. L’idea di fondo è quella di cercare e raggiungere i ragazzi in un momento davvero delicato per la loro vita, conducendoli all’essenziale! Infatti — continua il responsabile della pastorale giovanile — c'è stata una grande coscienza ecclesiale, ritrovandoci appunto come parte della Chiesa di Roma e notando quanto sia importante fare il proprio».
Uno degli aspetti essenziali del carisma dei frati fondati da San Francesco d’Assisi è la fraternità che, a causa della situazione pandemica, si è dimostrata sempre più essenziale. Proprio per questo motivo, nello spirito del poverello di Assisi, fra Francesco afferma che «la fraternità, ovvero dirci fratello e sorella, è quel valore fondamentale che occorre sempre riscoprire all’interno della nostra società. Ecco qui che, fraternità e preghiera, costituiscono gli ingredienti fondamentali di casa Palatino, favorendo l’accoglienza e l’apertura nei confronti di tanti giovani che desiderano nutrirsi e ricaricarsi con il Signore, per poi tornare alla propria missione».
Rocco, un giovane che frequenta da pochi mesi, percepisce «una grande accoglienza da parte dei frati che favoriscono momenti di preghiera e di preparazione alla Parola della Domenica», oppure Viviana, una ragazza che cammina insieme con la fraternità francescana e che respira in casa Palatino «uno spazio di incontro a tu per tu con Gesù poiché, in un momento storico per noi giovani così pieno di stimoli, di immagini, è fondamentale che la Parola acquisisca sempre di più potenza e quando arriva da un momento di silenzio, quindi da un momento di relazione viva con il Dio vivente, è una Parola feconda. Per me è stato proprio questo, una proposta di un tempo di silenzio per far parlare Dio».
Fra Francesco sottolinea come «tanti giovani partecipano con entusiasmo a questi incontri divisi in due momenti. Il primo di adorazione e preghiera con la presenza del Santissimo Sacramento ed il secondo più conviviale, pensato appositamente per stare insieme e fare fraternità con i ragazzi. L’incontro a Casa Palatino che abbiamo fatto lo scorso mese, è stato pensato proprio per la preparazione al Sinodo, per respirare la bellezza ed il senso dell’esser, insieme, Chiesa in cammino. Nell’incontro, infatti, i tanti giovani presenti hanno rinnovato le promesse battesimali, compiendo una breve processione in chiesa e pregando». Proprio mettendo al centro i due pilastri fondamentali, ovvero preghiera e fraternità, si può arrivare a percepire in Casa Palatino, secondo il giovane Andrea, «un’ancora di salvezza, una palestra interiore che mi ha preparato ad affrontare alcune avversità che da lì a poco sarebbero successe nella mia vita. Per me casa Palatino è davvero casa, dove c’è sempre qualcuno che ti accoglie a prescindere, che ti accompagna giorno dopo giorno, ma soprattutto che prega per te e con te nella semplicità».
Oppure come Giuliano che vive da undici anni a Roma e che frequenta Casa Palatino da diverso tempo sottolineando «la bellezza della preghiera comunitaria insieme a tanti fratelli e sorelle che scaturisce dall’incontro autentico con Gesù nell’Eucaristia. Per questo Casa Palatino è veramente tale per il mio cuore e la mia anima, un’esperienza che coinvolge tutta la mia persona e che mi ricorda, ogni giorno, che devo vivere da risorto, proprio come Gesù. È questo che ci rende vivi ed uniti».
Link all'articolo originale di Marco Lambertucci: clicca QUI.
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