Lo Spirito di Assisi porta Papa Francesco in Aracoeli
“Nessuno si salva da solo” è il titolo dell’evento che nel pomeriggio di ieri, 20 ottobre 2020, ha portato sul Campidoglio numerosi esponenti religiosi, tra cui Papa Francesco e il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, unitamente al Presidente Sergio Mattarella e esponenti vari del Governo. Si tratta di un’iniziativa della comunità di Sant’Egidio che da quel lontano 1986 non ha mai spento lo “Spirito di Assisi”, facendo eco al primo incontro interreligioso promosso da Giovanni Paolo II proprio nella città del Poverello.
La comunità ha da allora organizzato giornate internazionali di preghiera in diverse città del mondo. Questo evento romano «è stato ridotto alla sua forma essenziale per l’attuale momento difficile», ha notato il fondatore della comunità, Andrea Riccardi. Se più di un ospite previsto ha dovuto rinunciare al viaggio a causa del coronavirus – a partire dal grande Imam di al-Azhar e dal primate anglicano Justin Welby – molte sono state comunque le autorevoli presenze. Il Papa, che solitamente in pubblico tiene le distanze ma non porta una protezione sul viso, indossava, come tutti gli altri ospiti, una vistosa mascherina bianca. Alla fine dell’incontro, con Mattarella e gli altri ospiti, hanno osservato un minuto di silenzio per tutte le vittime del Covid, delle guerre, del terrorismo e della violenza in tutto il mondo e hanno acceso un candelabro della pace.
Prima di incontrare autorità civili e religiose in piazza del Campidoglio, Papa Francesco ha incontrato i capi religiosi cristiani, ortodossi e protestanti, nella nostra Basilica di Aracoeli mentre gli ebrei pregavano in Sinagoga, i musulmani nella Sala Rossa del Campidoglio, i buddisti nell'ex chiesa di Santa Rita. L’Aracoeli, oltre ad essere sede della Curia Provinciale dei Frati Minori di Abruzzo-Lazio, ha una vocazione specifica legata alla pace e ai Pontefici. Il 1° gennaio 1969, infatti, Paolo VI celebrò una Messa inaugurale nella stessa Basilica per aprire la tradizione di quella che sarebbe diventata, da allora in poi, la Giornata della Pace voluta da Papa Montini.
Ma torniamo alla giornata di ieri in Basilica dove Papa Francesco e Bartolomeo, «primus inter pares» dell’ortodossia, hanno pregato per la pace nei molti luoghi marcati ancora dalla guerra, dal terrorismo, dalla violenza, dalla Siria alla Libia, dalla Bielorussia all’America latina, dall’Africa al Medio Oriente. «O Padre misericordioso», l’invocazione di Francesco, «Tu che sempre ascolti il grido degli oppressi, consola chi è ferito dalla guerra, dal terrorismo, dalla follia omicida».
Il Vangelo che ha guidato l’incontro è stato quello della crocifissione (Mc 15,25-32) in cui Gesù si sente dire «Salva te stesso!». È questa, dice Papa Francesco nel suo intervento, «una tentazione cruciale, che insidia tutti, anche noi cristiani. Ma il “vangelo” del salva te stesso non è il Vangelo della salvezza. È il vangelo apocrifo più falso, che mette le croci addosso agli altri. Il Vangelo vero, invece, si carica delle croci degli altri».
Da qui l’invito a imparare dall’Uomo della Croce una parola nuova, la parola della “fraternità”. Ancora il Pontefice: «La Croce ci rende fratelli! (…) Le braccia di Gesù, aperte sulla croce, segnano la svolta, perché Dio non punta il dito contro qualcuno, ma abbraccia ciascuno. Ci ama facendosi altro: da Dio uomo, da spirito carne, da re servo. Invita così anche noi a “farci altri”, ad andare verso gli altri».
Alle parole del Papa hanno fatto eco quelle del Patriarca che ha dichiarato che «nella Casa comune - εν τῷ οίκῳ - fraternità e pace non sono elementi di integralismo religioso o culturale, ma vera libertà che ci fa comprendere in questa ora buia della terra che “Nessuno si salva da solo” ».
Presente in chiesa insieme ad altri confratelli dell’Aracoeli, il Ministro fr. Massimo Fusarelli ha salutato con apprezzamento e entusiasmo l’iniziativa di riportare la preghiera interreligiosa per la pace in Basilica. Un’occasione unica di fare corpo intorno alla Croce in un periodo buio come quello che stiamo vivendo, ma anche assetato di un senso profondo di fratellanza, messaggio che non può non giungere da chi vive nello Spirito in ogni parte del pianeta.
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